DIEGO MORGA

biografia

Pianista e compositore, sospeso fra jazz, post-minimalismo e musica da film. Laureato in Musica Jazz presso il conservatorio di musica di Bari, al suo quinto lavoro discografico da solista, compone per la danza contemporanea e per cortometraggi collaborando con esponenti di rilievo sia della musica che della danza nazionale ed internazionale, Ferruccio Spinetti, Francesco Magnelli, Ginevra Di Marco – per la musica – Oriella Dorella, Raffaele Paganini, Dino Verga, Larrio Ekson e molti altri – per la danza.

Dopo il suo primo lavoro “Esprimendo L’Impresso”, album di composizioni originali per piano solo pubblicato nel 2000, è la volta di “Da Qui Passano i Venti” edito dalla Dodicilune Records e pubblicato nel 2007. Ospiti in questo album sono, fra gli altri,  Sergio Rubini a declamare “Posso scrivere i Versi” di P. Neruda (traccia 3) e  Ferruccio Spinetti (meraviglioso contrabbasso nella traccia 7). Nei primi mesi del 2011 è alle prese con la realizzazione di “Chi Ha Fottuto Donald Duck”, album in cui è affiancato da Camillo Pace (contrabbasso) e Lello Patruno (batteria) a formare il Donald Duck Trio. A novembre 2011, è sul palco del Teatro Forma di Bari per la XXVI edizione della rassegna internazionale Time Zones – sulla via delle musiche possibili (che vede Yann Tiersen e la cantautrice danese Agnes Obel come ospiti di spicco) a presentare il suo nuovo lavoro discografico dal titolo “Fluorescenze”, che rappresenta filosoficamente la prosecuzione della linea stilistica e artistico-creativa dei precedenti album Esprimendo l’Impresso (2000) e Da Qui Passano i Venti (2007), con linee melodiche ed atmosfere minimal ancor più decisamente affermate. Scritti totalmente nuovi ed originali (fatta eccezione per un rifacimento per solo quartetto d’archi di Mentre Ti Guardo – brano già presente in “Da Qui Passano i Venti”). In quest’ultimo lavoro sono presenti tre tracce intitolate “Incipit” che altro non sono che delle libere “divagazioni” ispirate da alcune (pochissime) misure del Notturno n.2 in Mi bemolle maggiore Op. 9/2 di Fryderyk Chopin. Molte delle tracce qui presenti sono state composte negli ultimi anni per coreografie di danza contemporanea, nel corso della sua attività di pianista accompagnatore e compositore per la danza. All’inizio del 2013 decide di trasferirsi a Copenaghen dove intraprende da subito un’interessante collaborazione come pianista accompagnatore per la danza classica e contemporanea con le realtà più rappresentative della scena danese e svedese quali Royal Danish Theater (Det Kongelige Teater), The Tivoli Pantomime Theatre (Pantomimeteatret i Tivoli), Danish Dance Theater (Dansk Danseteater), e la Danish National School of Performing Arts (Statens Scenekunstskole) di Copenhagen dove, con l’occasione, consegue anche un diploma post-laurea in Musical Accompaniment For Dance, ed inoltre collabora con la compagnia Skånes Dansteater di Malmö (Svezia) e l’ Accademia Nazionale di Danza di Roma. E proprio in Danimarca, a Copenaghen, vede la luce il suo nuovo album di produzione italo-danese “Songs on My Mind” pubblicato a Novembre 2017. Questo lavoro vede la compresenza di musicisti italiani e danesi ad interpretare eleganti e raffinati arrangiamenti, lievemente tinti di jazz, a cura di Diego Morga di alcuni dei brani più significativi dei repertori pop e rock degli ultimi 60 anni (Don’t stand so close to me, Message in a Bottle, Come together, Imagine, With or without you, Norwegian Wood, Love will tear us apart, Take it with Me e Heroes) con un salto un po’ più indietro per riproporre due fra gli standards jazz più conosciuti (Someone to watch over me e O que sarà).

Dopo qualche concerto in Italia, Danimarca e Giappone per promuovere la sua musica, il 15 dicembre 2021 pubblica l’album “Under my fingers”, un lavoro fondamentalmente in piano solo con alcuni e signifcativi interventi di pochi ospiti oltre all’utilizzo di un mini sintetizzatore di ultima generazione. In questo disco ci sono Emanuela Lioy (violino), Thomas Vang (contrabbasso) ed Eliel Lazo alle congas e vengono proposti originali arrangiamenti di brani tratti da diversi periodi della musica jazz: There is no greater love (I. Jones – M. Symes), Donna Lee (C. Parker), Tune up (M. Davis), Ida Lupino (C. Bley), Bone (S. Lacy), Silence (C. Haden) ed infine Mrs. Fagan scritta da Gianni Lenoci amico pianista e compositore e grande riferimento artistico per tanti musicisti di jazz in Italia.

dicono di lui...

“Diego Morga sfugge alle facili classificazioni. Ama il jazz ma non lo suona praticamente più; frequenta personaggi eccentrici come il cantautore Angelo Ruggiero, scrive per la danza e il teatro, coltiva l’arte dell’improvvisazione ma ammira alcuni compositori post-minimalisti (da Nyman a Wim Mertens). Insomma, un musicista che va ascoltato senza pregiudizi. “Da qui passano i venti” è un lavoro maturo: le dodici tracce che lo compongono, tutte composizioni originali e tutte molto “scritte”, sono altrettanti temi per film immaginari, ambienti sonori che rimandano all’idea della ma non se ne fanno intrappolare. Il pianoforte è il centro di tutto, ma non mancano qui e là i contributi di altre voci strumentali: il contrabbasso di Ferruccio Spinetti, il violino di Emanuela Lioy. In “Il canto” la scena si popola inaspettatamente: ecco la voce recitante di Sergio Rubini, che declama alcuni versi d’amore perduto di Neruda, il sax soprano di Roberto Ottaviano che si produce in un solo estremamente lirico, e ancora le percussioni di Pippo Ark D’Ambrosio e un quartetto d’archi al completo. Poi c’è un brano di solo piano, “A Ludovico”, che fa pensare (correttamente) a Einaudi. Ma non si tratta di un plagio o di una ruffianata; piuttosto, una lettera aperta dagli intenti sottilmente polemici. La musica non parla. Ma a volte è più eloquente di molte parole”.

Fabrizio Versienti  (Corriere del Mezzogiorno)
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